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Troppi ladri, poca legge

Sempre di più in questi giorni le cronache locali si stanno esibendo con storie di persone derubate, che si sono scontrate con i ladri ed alcune addirittura hanno reagito alla loro presenza.

Ricordiamo tra questi l’anziano di Vaprio D’Adda, in provincia di Milano che trovatosi di fronte il ladro gli ha sparato uccidendolo. La corte lo condanna per omicidio volontario ma il povero anziano quest’estate aveva subito quattro diversi furti. Il ladro era di origine rumena.

Storie attuali di ladri in Italia

In questi giorni troviamo anche sui giornali locali della provincia di Reggio Emilia (Rolo) la storia di un altro signore, proprietario del palazzo, che, sentendo il rumore del tombino che infrangeva la vetrina della tabaccheria affittata ad un ragazzo di Carpi, si è affacciato alla finestra intimando ai ladri di andarsene. Una volta capito che il suo avvertimento sarebbe stato ignorato ha impugnato la sua pistola e ha sparato contro il furgoncino con cui erano arrivati. Una vicina sentendo gli spari ha chiamato la polizia che è riuscita a catturare uno dei malviventi. Il proprietario non è stato indagato.

Ma come mai una persona che ha sparato ad un ladro che gli è entrato in casa è stato addirittura condannato mentre qualcuno che ha sparato in un luogo pubblico (ovvero in strada) non è stato neanche indagato?

Ecco qualche accorgimento su come vengono giudicate le persone in merito agli affronti con i ladri.

Il protagonista della vicenda di Milano è stato accusato perché, seppur il ladro si sia addentrato in una abitazione privata, questi era disarmato e, teoricamente, indifeso.

Il protagonista, invece, della vicenda di Reggio Emilia ha, si, sparato in un luogo pubblico ma si è assicurato della non presenza di altre persone nei dintorni e, sparando in un punto preciso (il furgoncino) che in quel momento era vuoto, egli non ha costituito un pericolo alla vita di persone, ladri o non ladri.

In sostanza bisogna valutare molto bene la situazione prima di intervenire.

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